venerdì 6 giugno 2014

Suor Cristina vince, ma convince?


Si è conclusa l'edizione del talent The Voice 2014 che ha visto protagonista e vincitrice suor Cristina, la suora 25enne ormai famosa in tutto il mondo per le sue performance canore.
La sua vincita decretata dal televoto è la prova che anche in paradiso gli smartphone prendono una meraviglia e questo ci rasserena un po' tutti. 
Suor Cristina vince un contratto discografico con la Universal del valore di 200mila euro e sicuramente la ingaggerà anche Bertone per animare le feste nel suo mega attico.
Ha conquistato tutti con la sua allegria, con la sua grinta ed anche diciamolo col suo abito, senza il quale siamo sicuri che avrebbe vinto? Questa è la domanda che assillerà l'umanità per i prossimi giorni, poi si sa cominciano i mondiali e chi si è visto visto, che c'erano voci più interessanti e telentuose non c'è dubbio, ma si sa il popolo è sovrano. 
Fatto sta che l'abito fa comunque parte del suo essere quindi non possiamo certo farne una colpa, spero solo che non diventi la moda dell'estate e che vada così a sostituire gli shorts, perché altrimenti è la volta buona che emigro. 
In un Paese diciamo laico come in teoria è l'Italia una suora che canta in un Talent ci sta, e chi critica questa scelta è un talebano laico che ignora il significato stesso di laicità dello stato, un po' meno laico è stato il fatto di aver costretto il pubblico, appena ricevuto il premio, a recitare assieme a lei il Padre Nostro, in diretta. Questo non solo è poco laico, ma diciamo che è stato anche fuori luogo ed anche imbarazzante per tutti i coach ed immagino anche per gli autori, ed anche per me che ero sul divano, neanche a Betlemme 2000 anni fa avrebbero recitato in diretta alla finale di The Voice il Padre Nostro. 
C'è da chiedersi come gestirà ora il suo successo assieme alla sua vocazione, abbiamo già detto che i Karaoke nell'attico di Bertone potrebbero essere una soluzione, ma c'è un contratto discografico in tasca con tutto ciò che esso comporta, ed i concerti con ragazzi che limonano con affianco suore e preti faccio fatica ad immaginarli, e non sarà tra l'altro facile trovare sempre testi fedeli alla sua vocazione che riescano a catturare il pubblico una volta che l'effetto "abito" svanirà. 
L'unica cosa certa per ora è comunque il suo inedito "Lungo la riva" che si presta ahinoi come tormentone estivo, perciò tra qualche settimana saremo costretti ad organizzare una gita di qualche mese in un eremo del Bangladesh per non ascoltarlo per un po'. 




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