mercoledì 19 febbraio 2014

Cronaca di una maratona sanremese


Guardare una puntata di Sanremo si avvicina sempre più alla fatica di finire una maratona, solo che al posto del completino fluo e ipod, vesti un pigiama e la musica da ascoltare non la scegli tu; ma è un lavoro che qualcuno deve pur fare e così armato di plaid a bordo del mio divano mi sono addentrato in questa maratona pseudo musicale di circa 4 ore.

La mia idea era di partire tranquillo, per dilazionare bene le energie durante tutta la serata, ed invece subito un intoppo. Appena terminata la sigla iniziale il sipario dietro Fazio non si apre e mi sale l'ansia, segno di cattivo presagio, peggio del gatto nero che ti attraversa la strada. Ed infatti pochi secondi più tardi un deja vu, due uomini minacciano di buttarsi da una balconata del teatro se Fazio non avesse letto la loro lettera. Credevo di essermi addormentato e di stare sognando il festival di Baudo del 1995 ma mi ero allenato troppo bene per addormentarmi dopo appena una manciata di minuti ed infatti era tutto vero, o almeno credo fosse vero, perché qualche dubbio su come abbiano fatto i due lavoratori disperati ad entrare nel teatro ed a salire su quella balconata c'è. Ma vabbé son troppo impegnato a capire il monologo stile Papa Francesco di Fazio per farmi altre domande, e la situazione non precipita ulteriormente, e neanche i due precipitano, le mie palle però un po' di quota l'hanno persa, ma siamo agli inizi stringo i denti e vado avanti.

La scaletta però non mi aiuta, dal sipario finalmente funzionante esce Ligabue, ma quando gli accostano una canzone di De André, per fargli un omaggio dicono, comincio a sentire la milza dolorante ed alle prime note di “Creuza de ma” la situazione peggiora, il fiato si fa corto, annaspo, ho bisogno di aria, finalmente finisce, arriva la pubblicità recupero un po di energie.
La parte introduttiva ed i miei primi minuti di maratona hanno visto quindi due tentati suicidi ed un omaggio a De André di Ligabue, tutto normale e logico se l'ordine cronologico fosse stato il contrario.
Ma Sanremo, seppur in alcuni tratti lo si dimentica è una gara canora e quindi cominciamo a fare sul serio ripercorrendo le tappe che più mi hanno colpito, nel bene e ( sopratutto ) nel male durante il percorso:

Ore 21:22
La prima cantante in gara che incontro è Arisa, mi faccio coraggio, è il primo di una serie di ostacoli che dovrò affrontare, si presenta più magra di qualche edizione fa, ma purtroppo la voce è sempre la stessa, e Fazio annuncia che la gara prevede due testi per ogni artista di cui uno subito eliminato. Questo non me lo aspettavo, due canzoni consecutive di Arisa sarebbero fuorilegge persino nella Corea del Nord, e dopo qualche strofa mi convinco che mentre Dio distribuiva la capacità di fare buone canzoni Arisa era in fila per ricevere le grandi tette.

Ore 21:46
E' il turno di Franki Hi-Nrg Mc, che non si sa perché per nome usa un codice fiscale; confido in lui per una botta di ossigeno ma l'impressione è che per i suoi testi apra a caso il dizionario facendo poi un collage. Fazio lo presenta come il padre del Hip-Pop italiano, appresa questa notizia ho chiamato immediatamente i servizi sociali.

Ore 22.10
Laetitia Casta con i suoi denti mi riga lo schermo della Tv, ed è l'unico segno che lascia alla serata, considerando che si cimenta prima in un siparietto con Fazio che fa rimpiangere le recite di Natale dei bambini delle elementari e poi in un balletto che persino la Lecciso brilla al matrimonio della cugina avrebbe fatto meglio.

Ore 22:30
Depressione time, entra in scena Antonella Ruggiero, ma lo avevo messo in conto, un Sanremo senza la Ruggiero è come uno zoo senza una zebra, non esiste. Il problema è che sembra un usignolo depresso vestito da cozza, bella voce, ma mio nonno per apprezzarla era già andato a letto.

Ore 22:40
Raphael Gualazzi passato alle cronache con lo pseudonimo “chi?” irrompe sullo schermo con The Bloody Beetrots che passerà alle cronache con lo pseudonimo di “chi? Parte 2”. Quest'ultimo tra l'altro si è presentato con una maschera di Spider man quindi le cose sono due: o è davvero spider man o si è mascherato per non farsi riconoscere dalla madre mentre suona con Gualazzi. Tra le due loro canzoni in gara comunque io avrei salvato solo la maschera di Spider man.

Ore 23:00
Incontro Raffaella Carrà, 71 primavere come direbbe qualcuno che canta e balla con una agilità che la Casta non aveva neanche a 20 anni. All'improvviso mi sento vecchio a vedere tanta energia sprizzare fuori da quella che potrebbe essere mia nonna che mi prepara le polpette in cucina. Rallento il passo della mia maratona per applaudirla e vado avanti.

Ricaricato dalla Carrà alzo il passo non facendomi rallentare troppo da Cristiano De André che ha ereditato dal padre la capacità di...non so, ma avrà sicuramente ereditato qualcosa, e dai Perturbazione che proprio come una perturbazione non vorresti mai incontrare durante una maratona, neanche televisiva.

Ore 23:30
Sono sfinito, i timpani chiedono pietà, gli occhi sono aperti a cinese, ma proprio come un bancone pieno di aranciate fresche a fine di una corsa ecco spuntare Cat Stevens, che abbraccia la sua chitarra e mi regala tre perle, come per dire “Grande Mauro, goditi questo premio per lo sforzo che stai facendo” e chi sono io per rifiutare un premio?

Ore 00:22
Pregustavo già il traguardo e mi apprestavo ad alzare le mani al cielo come ho visto fare spesso in tv ai vari maratoneti, ma come diceva Trapattoni “no say the cat is in the sac” ed infatti quel gran simpaticone di Fazio presenta Giusy Ferreri, l'ultima cantante in gara. Capite bene che ascoltare la Ferreri dopo Cat tevens è come sposarsi la Littizzetto dopo essere stati a letto con Scarlett Johansson. Inoltre la voce della Ferreri veniva usata anni fa per fare da allarme alla Fiat Ritmo, quindi capite che non si può proprio ascoltare senza una preparazione adeguata, che io non ho.

Ore 00:30
Finalmente dalla regia mi annunciano che la prima serata si conclude qui, ed io questa volta alzo le braccia al cielo, poi con in mano il plaid faccio il giro del divano testimoniando tutta la mia soddisfazione per essere riuscito a finire questa maratona. Ma le orecchie ne hanno risentito non poco, ed il mio preparatore atletico questa mattina mi ha prescritto dei lavaggi di musica dal mio ipod per 8 ore al giorno per 30 giorni.


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