
Un Banderas
con i suoi flauti per una compagnia telefonica indebitata, la Telecom, venduta
alla spagnola Telefonica. Dalla fusione ne esce una telecomica, come ha scritto
più di qualcuno, dove la parte italiana è quella comica come spesso accade.
Telecom ha
28 miliardi di debiti, la Telefonica ne ha addirittura 45 miliardi, ed ha
usufruito del “fondo Salva-Stati” finanziato anche dall’Italia. Insomma, siamo
dei geni.
Parte del
debito di Telecom Italia potrebbe essere risanato dalla vendita di Tim Brasil,
compagnia telefonica divenuta un vero colosso delle comunicazioni in Sud America e la più grande fonte di
entrate della Telecom. Ma per ora sono solo tanti punti interrogativi, e noi in
Italia di punti interrogativi ce ne intendiamo.
Anche tutto
il mondo politico, dal Premier Letta ad altri esponenti del governo, si dicono
preoccupati per i tanti punti interrogativi, sempre col senno di poi però, a
latte già versato insomma, come se prima non stessero vedendo il latte che pian
piano si versava.
Soffriamo di
incapacità politico industriale? A sentire il Presidente di Telecom Italia
Bernabè dire che ha appreso la notizia del riassetto dell’azienda dai giornali,
direi proprio di si.
Già immagino
quali potrebbero essere i cambiamenti, magari al posto di Chiara Galiazzo nella
pubblicità Tim, ci ritroveremo Laura Barriales in bikini con una bella offerta
tra le natiche; si sa che gli spagnoli sono caldi.
E che ne
sarà della nostra linea adsl Alice, magari diventerà Alices, o prenderà un nome
tipico spagnolo, tipo Inés; “passa ad Inés, la nuova Alice”, così, senza
neanche una spiegazione dovremmo mollare Alice, per un’altra più giovane.
E che dire
dei centralinisti che chiameranno a casa per le nuove offerte “Hola soy Pedro”,
mi toccherà imparare anche qualche parolaccia in spagnolo.
Insomma, io
qualche perplessità ce l’ho, la cosa positiva è che se ora vado in Spagna
prende il WiFi di casa mia.
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